THE BOX IS THERE FOR A REASON

2024-05-10: CULTURA O SFRUTTAMENTO? (Roberto Toninello)

Quando apprendo di nuovi morti sul lavoro penso che da molti anni muoiono sul lavoro tre persone al giorno. Davvero troppi. Il sindacato imputa la causa dei morti sul lavoro allo sfruttamento, alla logica del profitto. Però, a mio avviso, non si può ricondurre tutto allo sfruttamento perchè anche i “padroni” muoiono.

Anche nell’ultima catastrofe, degli operai morti nella fogna, assieme a loro c’era il titolare di 71 anni. Anche a Suviana assieme ai tecnici in appalto c’era il titolare di 73 anni. Ho il ricordo di un titolare di un’azienda del nostro Appennino con 80 dipendenti, anche lui morto una domenica mattina (a stabilimento chiuso) mentre faceva manutenzione ad una galvanica. Poi ricordo la morte del figlio del padrone deceduto nel crollo della gru che stava montando a Torino. Tre miei dipendenti si sono infortunati, uno cadendo da una scala che non era stata posizionata correttamente (i ganci di sicurezza non erano dalla parte della scaffalatura ma dalla parte libera), un altro saldando una tubatura in una discarica ha creato un’esplosione del gas presente nel tubo generato della fermentazione dei rifiuti. Un capo reparto ha (volutamente) sovraccaricato un impianto elettrico che gli è esploso in faccia.

La mia impressione è che le cause dei morti e dei feriti siano da ricondurre più alla mancanza di formazione o alla sottovalutazione del pericolo, prima ancora di parlare di “sfruttamento”. Lo so, lo so, non è di moda. Parlare di sottovalutazione del rischio è come incolpare il morto della sua stessa morte. Non è bello. Meglio, molto meglio dare la colpa al “padrone” sfruttatore, o al sub appalto o al lavoro nero. Anche queste sono cause reali di infortunio, però così non si affronta il problema nella sua complessità. Serve una cultura della sicurezza.

Gli operai nella fogna avranno senza dubbio sentito l’odore di uova marce che fa quel gas che li ha uccisi, eppure sono scesi ugualmente nel tombino senza respiratori. Gli operai di Brandizzo, quelli travolti dal treno, sapevano che doveva passare un treno e non hanno montato un banale dispositivo che avrebbe fermato il treno a distanza di sicurezza. Il capolavoro della sottovalutazione del pericolo lo abbiamo visto nella funivia del Mottarone. Il tecnico responsabile della manutenzione a fronte di un difetto dell’impianto di sicurezza che frena la cabina nel caso di rottura del cavo di traino ha volutamente e coscientemente reso inattivo il freno automatico di emergenza. Certamente era sotto pressione perchè avrebbe dovuto chiudere l’impianto, ma soprattutto ha valutato che il cavo di traino non si “rompe mai”, non considerando invece che il difetto del freno aveva stressato il cavo di traino (lui tirava mentre il freno frenava). Logica del profitto? Si, ma anche tanta sottovalutazione del rischio. Poi ci sono i morti schiacciati da “carichi sospesi” che cadono (lo scorso anno ne fu vittima uno studente durante l’alternanza scuola lavoro). A volte il carico cade perchè montato con scarso equilibrio, a volte perchè cedono le imbracature. Sfruttamento o sottovalutazione del rischio?

Quindi non basterà limitare il sub appalto, oppure eliminare dalle gare d’appalto il “massimo ribasso”. Si continuerà a morire sino a quando la “cultura della sicurezza” non diventerà un patrimonio di ogni lavoratore. Servono più ispettori del lavoro, ma servono anche tanti corsi di formazione che rilascino un patentino della sicurezza calibrato su ogni specifico settore lavorativo. Ho lavorato in una pasticceria. L'USL (Unità sanitaria locale) ti fa un breve corso, in una mattina ti insegna come non contaminare il cibo. Un corso semplice e veloce al termine del quale ti rilascia un “patentino” che ti autorizza a manipolare il cibo. Se vuoi guidare una corriera devi avere una patente speciale (la E) e sottoporti ad esami ricorrenti. Perchè non facciamo qualcosa di simile anche per tutti gli altri lavori dove rischiamo la nostra vita o quella degli altri? Sulle morti sul lavoro servono più fatti e meno slogan.

Ciao a tutti
Roberto


PS - Adesso sono io, l'altro Roberto, e nel giorno della festa delle mamme vi propongo una lettura davvero speciale, in inglese: https://heathercoxrichardson.substack.com/p/may-11-2024


[Copertina: Erik Henningsen, 'Un lavoratore infortunato', 1895; https://en.m.wikipedia.org/wiki/File:En_s%C3%A5ret_arbejder_%28Henningsen%29.jpg].