THE BOX IS THERE FOR A REASON

IL BUONDI' MOTTA DI ELLY

Seguendo la mia mania di classificare tutto, avevo catalogato la pubblicità televisiva in quattro categorie:

1) la pubblicità bella e che ti fa ricordare il prodotto reclamizzato,

2) quella brutta, ma che ti fa ricordare il prodotto,

3) quella bella, ma che poi ti chiedi: ma che cazzo di prodotto era?

4) quella brutta e per giunta di cui non ti ricordi il prodotto reclamizzato.

Da alcuni mesi il Buondì Motta utilizza una scenetta dove c’è una famiglia che sta facendo colazione a base, appunto, di Buondì. Sulla tavola appare una piccola fatina rosa che vola e agita una bacchetta magica che emana stelline. La fatina recita una formula magica per migliorare la qualità della merendina, ma un commensale la guarda stizzito e le dice ‘Ma è già così!’ La fatina però insiste nel tentativo di magia e allora il commensale la spiaccica sulla tavola con una manata.

Questa pubblicità l’ho classificata nella categoria 2, cioè in quelle brutte ma efficaci, ti ricordi il prodotto reclamizzato. Mi sono domandato perché il regista e il produttore Motta abbiano fatto la scelta di questa pubblicità così brutta, cioè spiaccicare come se fosse una fastidiosa zanzara la povera fatina buona che vorrebbe solo migliorare il Buondì.

Non sarebbe stato difficile cambiare la pubblicità mostrando la fatina disperata che nonostante le sue magie non riusciva a migliorare il Buondì perché è già buono così come è. In questo modo la pubblicità avrebbe guadagnato, nella mia classificazione, il primo posto, cioè pubblicità bella e che ti fa ricordare il prodotto.

Sono arrivato alla conclusione che la scelta di Motta sia che non è tempo per i troppo buoni e che ti ricordi di più della fatina spiaccicata rispetto ad un finale “buonista”. In fondo il successo dei romanzi gialli si basa sempre sulle storie più violente ed intrigate. Anche se nella norma i cattivi perdono e i buoni vincono. (Però poi ci sono le eccezioni. Diabolik docet.)

Ma la pubblicità del Buondì Motta mi ha anche fatto fare dei pensieri sul Congresso del Partito Democratico (non ci sarà mai un’intelligenza artificiale che possa competere con il cervello umano e le sue strane associazioni di pensieri).

Domenica ci sono le Primarie per scegliere il nuovo (ennesimo) Segretario del Partito Democratico. Dal mio punto di vista nessun candidato ha affrontato i temi che hanno messo in crisi la sinistra mondiale. Cioè, il fatto:

(1) che è diventato sempre più difficile riequilibrare le diseguaglianze con politiche redistributive in quanto il livello della tassazione ha raggiunto la saturazione e sta affermandosi l’orientamento (anche a sinistra) che la pressione fiscale deve essere abbassata (leggi cuneo fiscale),

(2) che i problemi dell’immigrazione e della conseguente società multietnica non ha trovato ancora soluzione stabile e serve tempo per adattare la cultura complessiva della popolazione alla società multietnica (vedi il tempo che è servito per assorbire culturalmente la migrazione dal sud Italia verso le città produttive del nord come Torino e Milano),

(3) che la mondializzazione dell’economia e le nuove tecnologie hanno schiacciato i salari e rese instabili le aziende esposte alla concorrenza internazionale e che le risposte non si trovano nelle leggi sul lavoro più o meno restrittive sulla precarietà, ma occorre ripensare ad un nuovo welfare state che assuma l’instabilità come paradigma, ed infine

(4) che i temi ambientali se affrontati con radicalità provocano disagio proprio sulle fasce più deboli della popolazione perché l’auto elettrica costa di più di un’auto a benzina, ha bisogno di un box auto per la ricarica, perché le limitazioni al traffico bloccano auto vecchie di 10-15 anni i cui possessori non sono certo dei benestanti, perché ristrutturare le case cambiando caldaie e fornelli costa un culo di soldi, perché le varie politiche di tutela ambientale e consumo di suolo sono nei fatti un freno all’occupazione ed allo sviluppo, quindi penalizzano i ceti meno abbienti che avranno maggiori difficoltà a trovare lavoro.

Mi aspettavo che il nuovo segretario affrontasse questi temi. E invece no. Forse chiedevo troppo. Non a caso la sinistra è in affanno in tutto il mondo.

Però mi ha colpito Elly Schlein che ripropone il tema secondo cui la sinistra perde perché non è abbastanza di sinistra. Ascoltandola ho ritrovato gli stessi contenuti sostenuti da oramai più di vent'anni prima da SEL (Sinistra Ecologia Libertà), poi da Sinistra Italiana e più recentemente da Articolo 1 (detto anche LEU) dei fuoriusciti Bersani, Speranza, D’Alema. Ascoltando Elly ho pensato alla pubblicità del Buondì e ho esclamato: ma è già così!

Un partito che racconta quelle posizioni c’è già alla sinistra del PD e negli ultimi vent’anni quel partito (con i vari nomi che ha assunto) non ha mai preso più del 3%. Quindi, cara fatina Elly, con te il PD diventerebbe più piccolo, forse più bello e felice, ma elettoralmente perdente.

Però nella mia testa la pubblicità con la fatina Elly che prova a migliorare il PD non finisce spiaccicata sulla tavola perché per me il PD dovrebbe essere un contenitore con dentro tutti quelli che vogliono cambiare il paese portandolo in una certa posizione. Quindi nella mia testa vedo la fatina Elly sconsolata che perdendo le primarie dice:

‘Ci ho provato, ma meglio di così (oggi) la sinistra non può fare.’

Ciao a tutti,

Roberto Toninello
2023-02-19

Copertina: https://www.foodaffairs.it/2022/10/17/buondi-motta-lancia-la-nuova-campagna-di-comunicazione-e-il-concorso-fatastico/


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