THE BOX IS THERE FOR A REASON

MERCATI PRIVATI

È difficile comprendere l’entusiasmo per i cosiddetti mercati privati (1). Non tanto per i costi, veramente esorbitanti, che devono essere sborsati degli investitori, ma soprattutto per le logiche proposte da chi nei mercati privati ci bazzica e guadagna a man bassa – i gestori e distributori di prodotti.

Prendiamo per esempio uno scoop di marketing veramente geniale: l’idea, promossa da chi i prodotti che investono nei mercati privati li vende alacremente, di creare una classe d’attivo speciale per questi investimenti. Così facendo si creano anche gruppi di statistiche separate e la necessità, non più quindi solo scelta, di doverne avere in portafoglio. Ma riflettendoci un secondo si capisce subito che i mercati privati di per sé non sono altro che un'altra forma di possedere attività economiche di natura azionaria o obbligazionaria. È solo il veicolo o la metodologia dell’acquisizione che cambiano.

Un’altra ragione per moderare l’entusiasmo dovrebbe essere la considerazione di come si misurano le performances degli investimenti privati, con metodologie arcane e complesse che nessuno di chi ci investe passa più di una frazione di secondo a considerare (tanto un 15% è pur sempre 15%, no? E no!). Fatti bene, questi calcoli, e comparandoli alle alternative offerte dai mercati liquidi e pubblici, i vantaggi puramente finanziari offerti dai mercati privati diventano quasi sempre svantaggi.

Poi c’è addirittura chi dice che i mercati privati sono sulla via di sommergere – o addirittura annientare – la sopravvivenza di quelli pubblici. Meglio affrettarsi, altrimenti si rischia di non aver più nulla su cui mettere i propri risparmi. Interessante come pensiero se si è interessati appunto a questioni apocalittiche ed extraterrestri. L’idea dovrebbe farci riflettere: dopo tutto, un tempo i mercati pubblici non esistevano; se son venuti fuori e cresciuti avranno forse qualche vantaggio no? Uno di questi è il rendere accessibile a tutti quotazioni e valori di mercato di società ed emissioni.

Di recente un mio amico riceve questa nota (un WhatsApp, per intenderci, non qualcosa di decoroso o ufficiale):

Dott. Brambilla buongiorno, Le sintetizzo di seguito le condizioni delle obbligazioni della Banca Pincopallo in emissione.
Tasso fisso 3 anni 1,96%
Tasso fisso 5 anni 2,64%
Tasso variabile 5 anni euribor 3 mesi + 1,02%
A presto.

Questa breve comunicazione esteriorizza in modo semplice come condizioni simili ai mercati privati possano rappresentare un pericolo per chi non capisce in cosa si stia ficcando. Nel messaggio i tassi proposti sono chiari; se quella è la sola cosa che ci interessa allora non serve altro. Ma per valutare se l’offerta è buona mancano le risposte a delle domande importanti, di cui a noi interessano almeno tre:

  • I tassi offerti sono più alti o più bassi ai tassi ottenibili acquistando altre obbligazioni della Banca Pincopallo già sul mercato?
  • Idem, ma rispetto ad altre obbligazioni bancarie sul mercato?
  • Idem, ma rispetto alle obbligazioni statali o governative?

Tutte domande necessarie e a cui una risposta si può ottenere solo se esistono i mercati pubblici. Senza quest’ultimi chi avrebbe più idea di quello che paga, per quale rendimento e con quali vantaggi rispetto alle alternative?

Roberto Plaja, 14 giugno 2022

Nota: (1) Quei mercati in cui gli investimenti non scambiano attivamente e in modo trasparente come nelle borse o exchanges omologati al livello globale, ma piuttosto vengono comprati e venduti in transazioni appunto private, con limitata trasparenza, valutazioni soggettive e pochissima liquidità.

Cover: Rene Magritte, Clairvoyance, 1936, https://artwizard.eu/Rene-Magritte.-The-talented-Surrealist-forger...-ar-35

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