THE BOX IS THERE FOR A REASON

OBBLIGAZIONI TRADIZIONALI E OBBLIGAZIONI INDICIZZATE, SPIEGATE

Oggi si parla tanto dell’inflazione e di come essa, insieme al rialzo dei tassi ufficiali da parte delle banche centrali, abbia forzato i tassi delle obbligazioni tradizionali (senza indicizzazione all’inflazione) a spingersi fino a livelli ‘attraenti’. Stranamente, si parla poco delle obbligazioni indicizzate all’inflazione, strumenti creati apposta per proteggerci da effetti indesiderati causati dal rialzo generale dei prezzi.

Come mai questa lacuna d’interesse per una soluzione così ovvia? Probabilmente, come in tanti altri casi che riguardano la gestione delle proprie finanze, le cause sono molteplici, a partire dalla già conosciuta propensità dell’industria del risparmio gestito di non avvalersi di soluzioni semplici e poco remunerative (per loro). Un'altra ragione è il fatto che capire il funzionamento delle obbligazioni indicizzate richiede un piccolo sforzo di analisi.

Partiamo da un’obbligazione tradizionale. Ipotizziamo una scadenza di 10 anni ed una cedola del 4,5% (termini di mercato vicini all’attuale rendimento dei BTP decennali) e un’inflazione del 4%. Ammesso di tenere l’obbligazione fino a scadenza, l’evoluzione dei flussi di cassa annuali per 1.000.000 di nominale/principale sarà quello evidenziato nella Tabella 1.


Ora passiamo ad un’obbligazione indicizzata. Ipotizziamo una scadenza di 10 anni e una cedola reale del 2% (termini di mercato vicini all’attuale rendimento dei BTP decennali indicizzati all’inflazione) e sempre un’inflazione del 4%. Per un acquisto di 1.000.000 di valore nominale/principale, i flussi di cassa saranno quelli riportati nella Tabella 2. Da notare, rispetto alla Tabella 1, che il principale alla fine dell’anno è differente da quello all’inizio dello stesso anno (cresce del tasso d’inflazione), e che anche le cedole crescono ogni anno (idem).


La differenza dei flussi totali è del 19% in più a favore dell’investimento indicizzato (con l’inflazione all’8% la differenza sale a +69%; con inflazione al 2% la differenza scende a 0). Questo nonostante i flussi dalle cedole siano minori per l’alternativa indicizzata: il recupero della differenza viene dalla rivalorizzazione del capitale.

Come decidere quale delle due tipologie di obbligazioni scegliere? Un modo è quello di vedere quale sia l’inflazione implicita stimata dal mercato. Questa si approssima sottraendo dal rendimento dell’obbligazione tradizionale quello dell’obbligazione indicizzata: in questo caso, 4,5% - 2,0% = 2,5%. [Modo matematicamente corretto: (1+0,045) / (1+0,020) = 1,045 / 1,020 = 1,0245, cioè 2,45%.] Se pensiamo che l’inflazione futura sarà più alta del 2,5% allora sarebbe da preferire  l’indicizzata, se no la tradizionale. Come riferimento, la media storica dell’inflazione globale si aggira tra 4%-6% (eccetto ovviamente casi estremi come la Germania della Repubblica di Weimar).

Roberto Plaja, 28 ottobre 2022

Cover: Kofi Agorsor, Galloping Inflation, 2009 (https://www.askart.com/Auction_Records/Kofi_Agorsor/11211809/Kofi_Agorsor.aspx?lot=3355926)

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